ROMINA GUIDELLI – Decostruzioni

Corpo: superficie nello spazio, principio della forma.Continua sul corpo la ricerca di Mauro Molle, ma l’attenzione si sposta sulla tensione espressiva orientata verso la suggestione percettiva del movimento; così quella bellezza data da totalità si spezza e il corpo si frammenta, come in un  processo in divenire della specie, che lo rende sensibile e per ricerca, sezionabile.“Decostruzioni” di Molle, opere che vogliono esprimere Energia Vitale, l’esplosione massima che la rappresenta nel suo proiettarsi da dentro a fuori., condizione che eleva gli arti a singoli miracoli di bellezza. Spostati dall’insieme: braccia, piedi, gambe, mani, assumono valore simbolico esclusivo, non appendici, sicuramente prosecuzioni di slancio fisico e ideale, che richiedono attenzione.I muscoli e i tendini, membra squisitamente realistiche nella pittura dell’artista, significano corde e fili nel concetto che vuole esprimere: dipingere frammenti di Forza. Così, dalla bellezza anatomica e carnale che Molle ha sempre dato al corpo, inteso come intero, la sua attenzione s’intensifica sulle parti: la morfologia muscolare e la superficie delle vene, artefici e protagonisti di un pittura che ritrae la danza degli arti come scheggia d’ istante: dal ritmo sincopato, all’infinito abbandono. L’armonia dell’insieme viene dunque interrotta e ogni singola “parte” amputata ed esposta al pubblico, acquista ruolo autoreferenziale mentre si concede al giudizio nuda e carica di vitalità.Pittura che ritrae Frammenti composti e componibili in cui l’intenzione estetica, è quella di dare immagine al ritmo umano:“…fermezza, movimento, ritto, appoggiato, a sedere, chinato, ginocchioni, giacente, sospeso, portare, essere portato, spingere, tirare, battere, essere battuto, agravare et aleggerire..”( Libro di Pittura, Leonardo da Vinci ).Davanti alle opere in mostra, l’osservatore è travolto dal ritmo incalzante, stupito davanti alla posa impossibile; l’artista interviene e studia il colore come cura, che senza sangue, plasma. Esso è lega sottile, mercurio vivo che suggella il percorso da un’opera all’altra. Dove l’occhio si troverà davanti ad anatomie irrealizzabili, percepirà comunque armonia, in quegli equilibri impossibili all’uomo, ma non all’artista.L’uomo di Mauro Molle continua ad essere plastica scultura nella sua rappresentazione pittorica, tra la luce e l’ombra, perizia di particolare e sublime gigantismo; ma oggi Molle,  sembra voler interrogare la tradizione non solo per adempierla, ma per superarla e dare vita ad un’ affascinante Decostruzione: la forma s’interrompe, scivola nel colore e dove lo scontro si fa cruento, interviene il gesto: Segno d’Artista.E’ il gesto che graffia la pittura, cuce le parti, cola dalla forma. Cicatrice del discorso, tramite e guida dal reale all’ astrazione: dal principio intellegibile ai piani di colore. Traccia che prosegue da una tela all’alta e ogni elemento sembra cucito dall’artista in maniera incredibile, ma indissolubile.Nella logica dell’arte allora: mentre una mano stringe, il suo braccio si abbandona.E’ nel limbo delle possibilità, che vive l’idea dell’artista. La ricerca di Mauro Molle affronta il potenziale e il paradosso della forma come possibilità inespressa e la libera.