BRUNA CONDOLEO – Decostruzioni
Nell’arte di Mauro Molle, esuberante territorio di manipolazione creativa, investito di significati esistenziali e filosofici, il concetto di bellezza formale resta ancora centrale nel diffuso disfacimento dei valori umani ed estetici dell’età contemporanea. Il recente ciclo pittorico di Molle si sviluppa attorno ad una logica di decostruzione dell’immagine, ove la cancellazione di parte delle figure, attuata con estrema libertà esecutiva, può intendersi come una parziale demolizione delle strutture canonizzate delle forma, classicamente intesa, e uno sconfinamento dei limiti imposti dalla civiltà occidentale, che da sempre ha ricercato il riordino della molteplicità nell’unità e l’evidenza immediata del senso.I dipinti di Molle, invece, sono il frutto di una singolare contaminazione: corpi plastici e vigorosi si ricoprono di partiture geometriche di colore e di segni che avanzano e cancellano le forme con perentorietà, componendo inedite corazze cromatiche, simili a tessuti preziosi. Il movimento di tali misteriose ricoperture, apparentemente incontrollato, si dispiega nello spazio per consentire altrove risorgenze di nuove immagini. Per virtù di innesti e trapianti formali, di virtuosistici scorci prospettici e di incorporazioni sovradimensionate, si creano figure che, se non hanno l’organicità nativa, non possiedono neanche frontiere. Le immagini dipinte si muovono in una spazialità inedita le cui leggi razionali vengono inficiate da suggestioni di origine visionaria, dalle quali sprigiona una latente conflittualità interpretativa. Si assiste, infatti, ad una tensione costruttiva dove ognuna delle parti, la forma originaria e quella frutto di superfetazione, tende a prevalere sull’altra; malgrado ciò, la forma, sdoppiata e ingigantita, ambisce ad un’inclusione con le precedenti identità figurative, tentando di rimettere in campo la vita e l’energia interrotte da una misteriosa deflagrazione.Giochi visivi presenti nei corpi nervosi, nelle mani michelangiolesche, intrecciate, strette in un pugno o tese ad afferrare qualcosa, rinviano ad altre realtà simboliche. Gambe e braccia frammentate, come si trattasse dell’opera di un odierno Frankenstein, grazie ad una miracolosa emersione dalla fitta barriera decorativa che in parte le ricopre, sembrano aspirare ad una rinnovata dimensione figurativa. Nascono forme mostruose, nell’accezione latina del termine, ovvero prodigi generati dalla fantasia dell’Artista, ai quali il gusto del bello e l’armonia cromatica sanno ridare una potente normalità artistica.Le opere di Mauro Molle si presentano come tracce, percorsi molteplici di cancellazione e di ripristino dell’immagine, opere aperte che non smettono di produrre significati diversi e percorribili in più direzioni. Le forme, nel momento in cui vengono occultate, mostrano infatti la capacità di ricostituirsi con risorgente tenacia e con forte pathos. In uno scenario rappresentativo in cui la logica appare offuscata, in cui realtà e metafora si affiancano, annientamento e rinascita si giustappongono, s’intuisce l’ansia dell’Artista di riappropriarsi di un senso della vita nel segno di un’identità diversa, mutante, spesso ambigua, che si snoda in un continuo differirsi, specchio dell’eterno divenire delle cose.